Ottant’anni fa gli scioperi del marzo 1943. Per dodici giorni 100.000 operai torinesi incrociarono le braccia contro la fame, la guerra e il fascismo. Uno dei primi episodi di Resistenza, narrato magistralmente dagli Stormy Six nel brano “La fabbrica” (https://youtu.be/29Nh6AcnmhY), contenuto in quell’album meraviglioso che è “Un biglietto del tram” (1975).
Nel marzo 1944, un anno dopo, nonostante l’occupazione tedesca, Torino incrocia nuovamente le braccia con 70.000 operai in sciopero, contagiando il resto del nord Italia.
In entrambi gli scioperi c’è un agitatore ruvese. Si chiama Michele Rossini e lavora alle Ferriere Piemontesi, già confinato politico nel 1937. Viene arrestato il 1° marzo 1944, durante la repressione nazifascista degli scioperi. Il comando tedesco sceglie una punizione esemplare per circa 600 scioperanti: la deportazione. L’esistenza di Rossini viene letteralmente consumata in quaranta giorni di detenzione nel lager di Ebensee (Austria), sottocampo di Mauthausen.
Da pochi giorni, grazie alla collaborazione con l’Archivio e Memoriale del campo di concentramento di Mauthausen, il memoriale digitale dedicato a Rossini è corredato dalla sua fotografia e da una sintetica biografia in inglese e in tedesco (grazie a Chiara Liso).
Il memoriale è accessibile al seguente link: https://raumdernamen.mauthausen-memorial.org/index.php.
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